Le nuove frontiere della virtualizzazione e del
“Data Anywhere” : PARTE PRIMA
La virtualizzazione si spinge sempre più in avanti, e un
esempio in proposito è quanto sta avvenendo sotto il termine generico di “Software
Defined” riferito al networking, allo storage e al Data Center.
Ma un altro aspetto in cui la virtualizzazione si estrinseca è anche in quello
di specifici settori delle tecnologie che compongono una infrastruttura IT nel
suo complesso.
Se ci si restringe (si fa per dire vista oramai la sua
vastità) al campo dello storage, ad esempio, molto interessanti appaiono gli
sviluppi nel segmento delle Virtual SAN, sviluppi che permettono di
mettere a fattor comune tutti diversi storage esistenti in una infrastruttura
IT, sia che si tratti di dispositivi dedicati che di dischi standard o flash
all’interno di un server.
Affrontare il discorso
in generale farebbe però correre il rischio (anzi, è quasi una certezza) di
rimanere sul teorico. Abbiamo chiesto a George Teixeira, CEO di DataCore,
società molto attiva nel campo in considerazione, di illustrarci come, secondo
il suo punto di vista e in base alla sua esperienza di mercato e tecnologica, sta
evolvendo la virtualizzazione delle SAN.
GS: Entriamo subito in argomento. E’ un periodo di forti
evoluzioni. Anche troppe verrebbe da dire. Le SAN sono sempre più virtuali, ma
cosa vuol dire in effetti e quale è il ruolo del “software” in
termini di ottimizzazione e riduzione dell’Opex?
GT: Si dicono molte cose sulle Virtual SAN e sui sistemi di
storage convergenti, ed è chiaro che il settore dello storage sta affrontando
un periodo di grandi cambiamenti. Prendiamo ad esempio come riferimento quello
che stiamo facendo in DataCore. Nel secondo trimestre di quest’anno, DataCore
Software ha reso disponibile SANsymphony-V10, la decima generazione della sua
soluzione per la virtualizzazione dello storage aziendale.
SANsymphony-V10 non solo continua a far salire di livello prestazioni,
scalabilità e flessibilità dello storage, ma offre anche le funzionalità di
Virtual SAN e si candida per nuove tipologie di utilizzo, che nel settore
vengono definite anche come server-SAN o adozione di sistemi
convergenti.
Per quanto concerne il software, che va nell’ottica di
soluzioni “software defined”, il nuovo software DataCore
Virtual SAN trasforma qualunque storage collegato localmente al server (basato
su flash o su dischi) in una “Virtual SAN” in grado di funzionare con tutti i
principali hypervisor (come per esempio VMware vSphere o Microsoft Hyper-V) e
su qualunque server o VM standard. In sostanza, se si ragiona in termini di
Opex, la DataCore Virtual SAN è pensata per eliminare i problemi, i costi e la
complessità aggiuntivi legati alla gestione e al funzionamento di
infrastrutture SAN esterne.
Architettura Virtual SAN di DataCore
GS: Ma perché non adottare soluzioni storage standard? In
fondo in un momento di riduzione dei prezzi dell’hardware potrebbe
risultare vantaggioso.
GT: L’offerta di SAN virtuale di livello enterprise come
ideata da DataCore si confronta ovviamente con lo storage convergente e i
prodotti di SAN virtuale della concorrenza, che però ritengo essere immaturi
mentre la Virtual SAN di DataCore si basa sulla decima generazione di
SANsymphony-V, già utilizzato in oltre 10.000 siti di clienti in tutto il
mondo. Inoltre sono di solito indissolubilmente legati a uno specifico
hypervisor server, cosa che li rende utilizzabili esclusivamente negli uffici
periferici più piccoli o in scenari di test e sviluppo non critici.
E anche per quanto riguarda l’area coperta ci sono limiti
perché non sono in grado di andare oltre ‘isole di dati’ limitate formate da
storage convergente locale (flash e dischi fissi interni) e incapaci di offrire
un percorso per unificare SAN centralizzate, SAN esterne e storage
cloud.
Un altro punto è la scalabilità, cosa molto importante in un
periodo in cui i Big Data sono sempre più all’attenzione. Al contrario, la
Virtual SAN di DataCore scala fino a oltre 50 milioni di IOPS e supporta 32
petabyte di capienza su cluster di 32 server. Nonostante ciò, è possibile
partire con appena due nodi. Ma chi volesse sperimentare la cosa di persona può
scaricare il software Virtual SAN di DataCore con licenza gratuita per usi non
di produzione e trarre da solo le proprie valutazioni.
Espandibilità dell’architettura Virtual SAN
GS: Mi riassuma considerando che si rivolge a un profano,
o quasi, gli aspetti chiave della vostra Virtual SAN
GT: E’ semplice, perlomeno abbastanza. Virtual SAN di
DataCore crea pool di storage condivisi ad alte prestazioni e
a elevata disponibilità utilizzando i dischi e lo storage flash installati nei
server applicativi. La Virtual SAN diventa il punto di partenza della strategia
DataCore per l’architettura ‘Data Anywhere’, che sta già imponendosi come un
punto di riferimento.
L’obiettivo è prevenire la creazione di ‘isole di dati’. In
effetti, i produttori di hardware stanno spingendo sulle soluzioni di storage
convergente, ma le attuali alternative creano ‘isole di dati’ separate, che
vanno gestite individualmente utilizzando hardware e software incompatibili con
il resto dell’infrastruttura.
Tramite la Virtual SAN le organizzazioni possono gestire,
virtualizzare e sfruttare i dischi e lo storage basato su flash dei
server, oltre che virtualizzare le batterie di storage esterno presenti nei
diversi dipartimenti, data center e uffici remoti. In particolare, la
tecnologia di DataCore consente di raggiungere la disponibilità continua dei
dati, con una percentuale di tempi di fermo macchina vicina allo zero, riducendo
i costi di storage fino al 75 per cento e migliorando le prestazioni di I/O
delle applicazioni virtualizzate fino a dieci volte.
GS: Mi permetta la domanda da San Tommaso. Si tratta di
dati teorici o di field?
GT: Assolutamente di field. I clienti DataCore riferiscono
di avere incrementato di quattro volte l’utilizzo dello spazio disponibile, con
una riduzione vicina al 100 per cento dei tempi di fermo macchina legati
allo storage, oltre che un taglio del 90 per cento del tempo necessario a
svolgere attività ordinarie.
“Utilizzando la piattaforma di storage definito dal software
di DataCore, abbiamo registrato significativi risparmi sui costi di hardware e
di personale, aumentando al contempo le prestazioni delle applicazioni,” ha
dichiarato Gabriel Sandu, CTO del Maimonides Medical Center. In questa
struttura, Gabriel supervisiona un ambiente IT basato sugli hypervisor di
VMware e Microsoft e con un mix di SAN tradizionali e virtuali che coprono
server e dispositivi di storage di varia natura. Il tutto inserito in una rete
metropolitana con siti remoti e in ambienti virtuali organizzati in cluster
strutturati per supportare numerosi database e applicazioni sanitarie
critiche.