DataCore: il senso della virtual San
Si dicono molte cose sulle virtual San e
sui sistemi di storage convergenti, ed è chiaro che il settore dello storage
sta affrontando un periodo di grandi cambiamenti.
Per il Ceo di DataCore, George Teixeira è quindi
questo il momento giusto per fare il punto con noi sui recenti annunci come DataCore
SANsymphony-V10, che non solo continua a far salire di livello prestazioni,
scalabilità e flessibilità dello storage, ma offre anche le funzionalità di
Virtual SAN di DataCore e si candida per nuove tipologie di utilizzo, che nel
settore vengono definite anche come server-SAN o adozione di sistemi
convergenti.
Qualunque hypervisor, qualsiasi storage
DataCore Virtual SAN trasforma qualunque storage collegato localmente al server
(basato su flash o su dischi) in una “Virtual SAN” in grado di funzionare con
tutti i principali hypervisor (come per esempio VMware vSphere o Microsoft
Hyper-V) e su qualunque server o VM standard.
La Virtual SAN di DataCore scala fino a oltre 50 milioni di IOPS e supporta 32
petabyte di capienza su cluster di 32 server. Nonostante ciò, è possibile
partire con appena due nodi. Virtual SAN crea pool di storage condivisi ad alte
prestazioni e a elevata disponibilità utilizzando i dischi e lo storage flash
installati nei server applicativi.
È il punto di partenza della strategia DataCore per l’architettura Data
Anywhere che sta già imponendosi come un punto di riferimento.
I produttori di hardware stanno spingendo sulle soluzioni di storage
convergente, ma le attuali alternative creano isole di dati separate, da
gestire individualmente utilizzando hardware e software incompatibili con il
resto dell’infrastruttura.
Con la Virtual SAN di DataCore è possibile gestire, virtualizzare e sfruttare i
dischi e lo storage basato su flash dei server, oltre che di virtualizzare le
batterie di storage esterno presenti nei diversi dipartimenti, data center e
uffici remoti.
In particolare, la tecnologia di DataCore consente di raggiungere la
disponibilità continua dei dati, con una percentuale di tempi di fermo macchina
vicina allo zero, riducendo i costi di storage fino al 75 per cento e
migliorando le prestazioni di I/O delle applicazioni virtualizzate fino a dieci
volte.
Nonostante DataCore sia agnostica rispetto agli hypervisor, l’azienda ha una
lunga collaborazione con VMware.
Quella di DataCore è stata anche una delle prime soluzioni di virtualizzazione
dello storage in grado di interoperare con VMware.
Oggi la società continua lo sviluppo e mantiene una stretta integrazione con
l’hypervisor server di VMware, garantendo un approccio coordinato nella
realizzazione di ambienti completamente virtualizzati.
A proposito di VVol DataCore continua a seguire con attenzione tutte le
evoluzioni dei prodotti VMware e si impegna a seguire le certificazioni e le
integrazioni essenziali collaborando con VMware sulle future tecnologie.
Quale sarà il prossimo passo?
Per Teixeira oggi siamo nel mezzo di un viaggio che sta trasformando il modo in
cui pensiamo allo storage e in cui lo utilizziamo. E anche se possiamo già
avere dati e VM che risiedono ovunque, ci sono ancora troppi costi, complessità
e approcci proprietari per rendere questa visione una realtà davvero praticabile.
Che cosa accadrà con gli altri hypervisor e lavorando in un mondo multi-vendor
in cui vengono proposte nuove e diverse opzioni di storage cloud?
«C’è ancora molto lavoro da fare – dice Teixeira – ma in
DataCore siamo totalmente focalizzati su una visione che abbiamo chiamato Data
Anywhere. Abbiamo già imboccato questa strada, e potenti funzioni come il
nostro auto-tiering multipiattaforma già coprono la vasta gamma di storage su
flash, dischi e cloud. La nostra capacità di incorporare le Virtual SAN nella
più vasta infrastruttura di storage del data center e di eliminare le isole di
dati è fondamentale nella nostra strategia».
Fonte:
http://www.01net.it/datacore-il-senso-della-virtual-san/0,1254,1_ART_159183,00.html