IL CONTESTO
Il Comune di Bologna ha circa 4300 dipendenti e circa 3500 postazioni informatiche. Dispone di 50 uffici distribuiti sul territorio fra i quali Musei, Uffici amministrativi, Biblioteche oltre a 200 Scuole facenti anch’esse parte dell’infrastruttura del Comune. Tante sono quindi le diverse attività gestite, gran parte delle quali informatizzate. Gli addetti ai servizi informatici sono in tutto 45, 30 dei quali parte dell’Unità Servizi infrastrutturali diretta da Stefano Mineo.
L’ESIGENZA
L’infrastruttura del Comune è composta da 2 Server Farm posizionate nelle 2 sedi principali, nelle quali si concentrano tutte le risorse, i sistemi di rete , i server , ridondati per garantire la continuità operativa indispensabile. 250 sono i server gestiti dei quali 200 circa virtualizzati tramite VMWare su blade HP e IBM. Il volume totale dei dati è di circa 50 TB (sono quelli oggi licenziati). Tutte le sedi sono collegate in banda larga.
I principali obbiettivi si possono individuare in 3 precise richieste avanzate dall’alta direzione:
- garanzia della Business Continuity
- aumento della potenza della piattaforma tecnologica, compresa la sostituzione di HW arrivati alla fine del loro ciclo di vita, per gestire nuovi servizi IT, unitamente ad un sostanziale incremento delle performance per riuscire ad ottenere risposte rapide
- il tutto con il vincolo di un contenimento della spesa.
La prima risposta architetturale è stata quella di ridondare le due Server Farm, seguita dall’aumento della potenza dei sistemi con componenti tecnologiche virtualizzate e della capacità di storage.
LA SOLUZIONE
“A questo punto è partita l’indagine, portata avanti insieme al partner, che ha escluso l’adozione della classica soluzione di potenziamento dell’HW a favore del Software Defined Storage”. Dichiara Stefano Mineo che continua “accantonata quindi l’idea di dotarsi di appliance forniti da HW vendor a favore di una soluzione SW per la gestione dei dischi destinati allo storage. Le motivazioni hanno riguardato l’aspetto economico, infatti l’adozione della soluzione Software Defined elimina l’esigenza di dotarsi di ulteriore HW, oltre a garantire una maggiore flessibilità in fase di crescita e senza alcun vincolo rispetto all’acquisto di HW di uno specifico vendor.
E’ poi stata eseguita un’approfondita verifica da parte del partner mirata ai livelli funzionali offerti, questa fase di valutazione ha portato alla scelta di SANsymphony-V10 di DataCore , la più affermata sul mercato che si è rivelata essere quella che offriva maggiori garanzie. E’ partito a questo punto il bando di gara, vinto da 3CIME Technology che ha fornito il SW, lo ha implementato e fornito i relativi servizi. Tutta l’operazione ha avuto inizio nel 2014 ed è stata portata a termine nel luglio dello stesso anno. La migrazione dei dati è stata effettuate gradualmente , conclusa in tre mesi, effettuata senza problemi dai vecchi ai nuovi apparati. La nuova architettura, una volta operativa si è fatta apprezzare da subito per la sua flessibilità per la facilità di manutenzione e di aggiornamento. In occasione della indisponibilità HW, lo spostamento degli utenti da un nodo all’altro è stato effettuato brillantemente.
I vantaggi ottenuti:
- Risparmio in termini di costi in fase di acquisto e di gestione
- Benefici per la gestione del backup dei dati aziendali
- perfetta integrazione.
“Il progetto di un cluster metropolitano così delicato e complesso è stato esaltante. Mettere in alta affidabilità 60 istanze Oracle, 10TB di posta elettronica, 200 macchine virtuali è stata una sfida senza precedenti. Oggi il Comune ha virtualizzato con DataCore, storage IBM, Netapp, Nexsan, dischi flash HGST con 4 livelli di Tier sui due nodi metropolitani. Un risultato che in Italia non ha precedenti” dichiara Giuseppe Mazzoli – amministratore di 3CiME Technology Srl, che conclude: “la seconda parte del progetto che è già in corso, riguarderà il disaster recovery, sempre con la nostra assistenza!”