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Storage alla velocità della luce grazie al software di DataCore

Storage alla velocità della luce grazie al software di DataCore


Una soluzione San server a due nodi con mirroring sincrono su Fibre Channel e con software SanSymphony ha superato la concorrenza in velocità e rapporto prezzo/prestazioni. DataCore continua a puntare sulla tecnologia Parallel I/O, oltre a coltivare gli accordi con i produttori di hardware.

In diciotto anni di attività, la missione di DataCore è rimasta la medesima: quella di creare un’architettura dinamica e guidata dal software, sfruttando i vantaggi della virtualizzazione applicati allo storage. A essere cambiati sono i numeri che descrivono le prestazioni rese possibili da tale architettura, oltre che i numeri del mercato. Oggi l’azienda guidata dal cofondatore e Ceo,George Teixeira, può vantare un nuovo record di rapporto prezzo/prestazioni su una diversa configurazione di hardware associato al suo software di virtualizzazione dello storage, SanSymphony, e alla tecnologia di calcolo parallelo Adaptive Parallel I/O.

Come già raccontato da Teixeira qualche mese fa e ribadito – numeri alla mano – nella sua trasferta italiana di questa settimana, con Parallel I/O si elimina uno dei principali problemi che vanificano la potenza teorica degli attuali server multi-core: i colli di bottiglia. Disporre di server potenti e multi-core senza associarli alla virtualizzazione del software “è come se si guidasse una Ferrari utilizzando un solo cilindro del motore”, esemplifica il Ceo, spiegando poi che il parallel I/O non è una novità di oggi, ma in passato per sfruttare questa tecnologia era necessaria una complessa e specifica programmazione. “Come possiamo, noi di DataCore, essere più veloci di tutti? Usiamo i motori commodity che tutti hanno, cioè i server, ma che non utilizzano al pieno del potenziale”.  Le destinazioni del parallel server sono in particolare tre: i database enterprise (chiunque utilizzi sistemi Oracle, Sql, Sap e applicazioni in-memory), i sistemi di analytics, Big Data e Business Intelligence (Microsoft Sql Server, Hortonworks, eccetera) e il cloud enterprise.

Il nuovo record a cui si accennava è stato raggiunto con utilizzando il più famoso benchmark per lo storage, l’Spc-1 dello Storage Performance Council, solitamente usato per valutare i sistemi destinati a carichi di lavoro di tipo database enterprise. La misurazione ha messo a confronto alcuni sistemi di storage esterno di alto livello (di Huawei, Ibm, Hitachi, Kaminario e altri) con alcune soluzioni di DataCore, esaminando sia i tempi di risposta sia il rapporto prezzo/prestazioni.

Ebbene, il sistema OceanStor 18800V3 di Huawei è stato scalzato dal primo posto, dove svetta invece una soluzione San server a due nodi, con mirroring sincrono su Fibre Channel e software SanSymphony installato. I server utilizzati sono di Lenovo ma a fare la differenza è il software di I/O parallelo di DataCore, grazie al quale sono stati registrati i tempi di risposta più veloci di sempre: 0,22 millisecondi. Tempi inferiori a quelli garantiti da batterie completamente basate su tecnologia flash o da macchine che costano milioni di dollari. Per esempio, per il sistema Huawei OceanStor e per Hitachi Vsp si possono spendere anche due milioni di dollari, mentre la soluzione DataCore richiede un quarto della spesa.

Il rapporto prezzo/prestazioni è di 10 centesimi di dollaro per Iops, appena superiore agli otto centesimi garantiti da una configurazione a nodo singolo su cui era stato eseguito un precedente benchmark. Va inoltre sottolineato l’ulteriore vantaggio dello scarso spazio occupato, una piccola frazione (12U) di armadio, e dunque di consumi energetici molto ridotti se confrontati con quelle di soluzioni di storage estese su metri quadrati di superficie.

DataCore guarda già oltre, avendo messo a punto un nuovo software di I/O parallelo ottimizzato per i server, attualmente in fase di valutazione da parte di alcuni Oem e con lancio previsto durante l’estate. Numero più, numero meno, lo scenario generale è quello di un’ascesa dell’importanza del software, che diventa il vero fattore differenziante per chi intende elevare le prestazioni oppure ridurre i costi dello storage. Ma non solo: “Quest’anno il parallel processing cambierà le regole del gioco, andando oltre lo storage”, ha affermato Teixeira. A suo dire questa tecnologia, insieme alla virtualizzazione, permetterà di trasformare piattaforme di calcolo standard in sistemi capaci di reggere applicazioni che fanno un uso intensivo di I/O e che sono sensibili ai tempi di latenza.

Di fronte al potere del software, la scelta dell’oggetto fisico non smette di avere una sua importanza.“Siamo software-defined al duecento per cento”, rimarca Rèmi Bargoing, country manager per la filiale italiana, inaugurata due anni fa. “Per il Parallel I/O, però, sono importanti le collaborazioni in ambito hardware”. In primo piano c’è quella con Lenovo, non a caso scelta per realizzare entrambi i benchmark (sulla configurazione a uno e a due nodi). “Negli ultimi mesi”, aggiunge il country manager, “abbiamo lavorato con loro per definire una strategia congiunta e oggi le cose procedono bene. L’obiettivo è quello di continuare a spingere SanSymphony ma anche di aprire delle nuove porte per il Parallel I/O”.

Sebbene il software di DataCore sia destinato a restare hardware-agnostico, l’azienda continuerà a collaborare con alcuni Oem per definire delle configurazioni ottimizzate da proporre ai clienti. Una di queste partnership è già in cantiere e verrà annunciata più avanti nel corso dell’anno. Il modello di vendita indiretto sta funzionando, oltre a essere la migliore alternativa praticabile. “Siamo ancora troppo piccoli per proporci in modo diretto”, ammette Teixeira. “Ma tutte le grandi aziende, tutti i grandi produttori di server ora ci contattano. E il motivo è il Parallel I/O”.

In Italia, DataCore conta oggi 380 clienti attivi (fra cui spiccano conquiste recenti come Armani, Monclair e Atm, l’Azienda Trasporti Milanesi) e si appoggia a tre distributori (Avnet, Ready Informatica e Icos).  Vanta, inoltre, 75 rivenditori attivi e ha realizzato design certificati con i maggiori produttori di hardware come Cisco, Lenovo, Dell, Fujitsu e Super Micro. “I nostri competitor sui grandi progetti rimangono Emc, NetApp, Ibm, Dell”, spiega Bargoing,  precisando poi che “questi grandi vendor, che prima rappresentavano per noi la concorrenza, oggi si sono accorti che non c’è scelta: il mercato va in questa direzione”.

 In diciotto anni di presenza sul mercato, l’azienda pioniera della virtualizzazione dello storage è arrivata a possedere oltre diecimila clienti nel mondo, più di 30mila installazioni (di cui cinquemila aggiuntesi negli ultimi sette mesi) su server, storage e networking. Il 70% del giro d’affari è generato in Europa, con il mercato tedesco a fare da traino.

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