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Tom’s Hardware: Cloud storage, Big Data e In-Memory più facile con l’approccio DataCore al Software Defined Storage

Un nuovo paradigma pervade il mondo dello storage mondiale: il Software
Defined Storage
” o, in sintesi, SDN. E’ un paradigma
che sta spingendo velocemente verso la realizzazione di layer software di
controllo indipendenti dal dispositivo, soprattutto presso organizzazioni IT
che hanno la necessità di organizzare pool e mettere a disposizione e gestire
centralmente lo storage in modo diverso dai metodi tradizionali sino ad ora
adottati. 

Per carità, verrebbe da osservare, niente di nuovo sotto il
sole, soprattutto per chi a partire dagli anni ottanta ha avuto a che fare
con il modello OSI, che proprio a questo puntava.

Il software crea uno strato virtuale e abilita la virtualizzazione delle risorse

In ogni caso, un fattore chiave alla base di una tale evoluzione
architetturale, che sta già apportando forti scossoni al mercato dello storage,
è la necessità di rispondere alle esigenze di infrastrutture cloud private o
ibride, e di ottimizzare il ricorso alla velocissima (ma ancora costosa)
tecnologia delle memorie allo stato solido ricorrendo a layer diversi di unità
a disco a basso costo e con capacità maggiori, che vengono utilizzati per
bilanciare obiettivi di prestazioni applicative e limiti di budget.

Spesso, il produttore di ciascuna categoria di dispositivo di
storage è diverso, così come gli strumenti per controllarla. A questo si
aggiunge il fatto che nei data center si trovano diverse generazioni di
apparati tra loro incompatibili. La situazione, in pratica, si è fatta
critica, tanto più  quanto più si è ritardato ad evolvere come
architetture, generazione di prodotti e sistemi di gestione.

Ora, alla luce del cloud, delle esigenze  legate ai big
data
, all’ In-memory computing e al cloud, un forte
cambiamento appare sempre meno procrastinabile.

Ma non è solo questione dell’hardware. Anche il luogo dove
risiede il software necessario a ottimizzare le prestazioni è nel pieno di una
fase di trasformazione ed è qui che entra in gioco  il SDS. La nuova
tendenza richiede, in sostanza, del software per la gestione e la
virtualizzazione dello storage che sia intelligente e agnostico rispetto al
produttore o alla generazione di apparato, e che sia in grado di automatizzare
e ottimizzare i carichi di lavoro dello storage per rispondere alle esigenze
applicative sia lato server che SAN. La risposta di DataCore a questo
insieme di esigenze è stato SANsymphony-V.

SANsymphony-V
crea un laye virtuale che può comprendere storage di tipo diverso

“I recenti annunci di EMC su ViPR hanno concentrato i
riflettori su un modello di storage ormai largamente superato. Al contrario di
ViPR, DataCore non ha nessun preconcetto hardware o dipendenza dalle API.
SANsymphony-V non solo federa dispositivi diversi, indipendentemente da marca e
modello, ma va oltre, inserendoli in un’infrastruttura di storage coesa,
reattiva e sempre disponibile”,  dichiara Paul Murphy, Vice President
of Marketing di DataCore Software. 

In sostanza  si tratta, invece di obbligare  a
comprare sempre più hardware, di accelerare le prestazioni di I/O e organizzare
automaticamente lo storage su più livelli. Al  software è demandato il
compito di bilanciare l’utilizzo delle tecnologie in-memory e dei dischi
convenzionali al fine di ottenere prestazioni ottimali ed efficienza nei
costi. 

Le caratteristiche della nuova versione SDS

Con la nuova versione, DataCore si è proposta di estendere il
suo range d’azione in modo da  automatizzare e ottimizzare le prestazioni
applicative e l’utilizzo sia delle risorse flash sia dei dischi convenzionali e
questo lato server, all’interno della SAN o su entrambe le aree di un data
center. Tra le nuove funzionalità, ha spiegata DataCore, vi sono:

§  Scalabilità
raddoppiata
: è possibile federare e unire fino a 16 nodi in una grid
gestita a livello centralizzato. In pratica  si incrementa la resilienza all’intera
infrastruttura IT in modo da far meglio fronte al fuori servizio (per
manutenzione programmata, aggiornamenti o guasti hardware) di nodi o di
dispositivi di back-end.

§  Storage
con funzionalità di auto-riparazione
: oltre  al mirroring
sincrono tra nodi, SANsymphony-V identifica e incapsula le risorse di storage
che non funzionano o che sono poste intenzionalmente fuori servizio. I volumi
residenti su quei dispositivi vengono migrati in modo trasparente su apparati
alternativi senza influenzare le applicazioni. 

§  Mobilità
dei dati senza interrompere i servizi
: è possibile spostare
dischi virtuali tra i differenti pool di storage senza interrompere
l’erogazione dei servizi. Per esempio, i volumi allocati per motivi di test o
sviluppo possono essere riallocati in background nel pool di produzione senza
interrompere l’accesso alle applicazioni.

§  Spostamento
dei dati con VMware VAAI e Microsoft ODX
: è possibile
 scaricare  sulla SAN virtuale i grandi spostamenti di dati. Questo
avviene in coordinamento con l’hypervisor dell’host o con il sistema operativo
utilizzando comandi VMware VAAI o API Microsoft ODX. Invece di collegare host e
rete durante lo spostamento dei blocchi disco, l’hypervisor chiede di farlo a
SANsymphony-V e invia una notifica all’host alla fine del processo.

Migrazione automatica tra i diversi layer storage

§  Servizi
per il recupero dello spazio inutilizzato
: l’uso a livello
infrastrutturale di VAAI e delle API ODX ha un importante ruolo nel recuperare
spazio su disco. Gli host segnalano quando hanno cancellato una grande quantità
di blocchi, permettendo a SANsymphony-V  di recuperare quello spazio per
altri usi. 

§  Prevenzione
degli errori e risoluzione dei problemi
: SANsymphony-V
registra ciascuna azione amministrativa in un percorso di verifica di data e
ora che tiene traccia di chi ha fatto cosa e quando. Il registro di controllo
aiuta anche nella risoluzione dei problemi evidenziando le azioni che hanno
portato alla specifica situazione.

Il mittoring  permette  di reagire automaticamente ai guasti

§  Replica
remota per un rapido disaster recovery
: la nuova versione di
SANsymphony-V incorpora funzionalità che permettono di ridurre drasticamente il
tempo necessario a copiare i volumi su siti remoti. E’ una funzione sviluppata
da DataCore per far fronte in modo specifico alle esigenze delle aziende  che
hanno siti di disaster recovery a grandi distanze, nonché per chi ha la
necessità di migrare frequentemente volumi tra le filiali locali e i data
center centrali.

La strada verso il Software Defined Storage è quindi sempre più
aperta e c’è da attendersi che la competizione tra le aziende del settore si
farà sempre più agguerrita. A tutto vantaggio dell’utilzizatore.

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